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Continua la corsa dei prezzi dei carburanti, che oggi superano quota 2,00 Euro al litro (nel dettaglio 2,12 la benzina e 2,17 il diesel).

Un costo insostenibile per gli automobilisti e per tutti i cittadini, che pagano tali aggravi in termini di rincari generalizzati sui prezzi di beni e servizi. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha aggiornato le stime relative agli aggravi che le famiglie dovranno fronteggiare nel 2022, calcolando che i rincari complessivi ammonteranno a +2.354,98 Euro. Di questi, ben 478 sono imputabili ai soli carburanti, visti gli aumenti già registrati da gennaio ad oggi.

Si tratta di una situazione allarmante, che il Governo è chiamato ad affrontare con urgenza disponendo l’azzeramento totale delle accise e una forma di sgravio ulteriore, ad esempio sotto forma di credito di imposta, per i mesi di marzo e aprile, per le aziende di autotrasporto. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che oltre l’86% dei beni nel nostro Paese sono trasportati su gomma, per questo è fondamentale intervenire per scongiurare il blocco delle attività di fornitura di beni nei punti vendita, che comporterebbe difficoltà nel reperimento dei prodotti, corsa all’accaparramento e possibili fenomeni speculativi.

Le accise, che da tempo gravano sui carburanti, sono aggravate dall’IVA: un meccanismo assurdo ed inspiegabile che denunciamo da tempo e che, oggi, appare ancor più inaccettabile.

“Ecco perché, al fianco di una necessaria riforma e revisione complessiva di accise e oneri che appesantiscono i costi di bollette e carburanti, è necessario avviare in questa fase misure straordinarie, agendo immediatamente per decreto.” Afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori.

Azzerando le accise (che ammontano a circa 0,72 Euro al litro per la benzina e 0,62 per il gasolio), la benzina oggi costerebbe 1,39 Euro al litro e il gasolio 1,55 Euro al litro, con un risparmio, in termini annui, di circa 874 Euro.

Un risparmio ulteriore, pari a 228 Euro annui, si avrebbe applicando ai carburanti l’IVA agevolata al 10% e non, come avviene oggi, al 22%.

Inoltre, invitiamo ad effettuare maggiori controlli e a sanzionare severamente chi tenta di lucrare su tale situazione, aumentando impropriamente i prezzi già così elevati o facendo leva su costi più convenienti per vendere carburante contraffatto.