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Non bastano più misure sporadiche e temporanee, è necessario agire contro le speculazioni. Con i prezzi dei carburanti a questo livello le famiglie subiscono aggravi di 384 euro annui.

Bene ma non benissimo il Governo sul taglio delle accise sui carburanti. Il decreto interministeriale siglato dal ministro dell’Economia e delle Finanze e dal ministro della Transizione Ecologica proroga al 2 agosto il taglio di circa 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.

Operazione sicuramente necessaria, ma ancora insufficiente per calmierare in maniera adeguata il caro carburanti nel nostro Paese.

È indispensabile, al fianco del taglio delle accise, adottare una seria azione di contrasto alle speculazioni in atto, che hanno fatto lievitare i costi della benzina a 2,075 euro al litro e del gasolio a 2,040 euro al litro (prezzi relativi al self).

Secondo i calcoli dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, tenendo conto delle variazioni del costo del petrolio, del livello di cambio e del taglio delle accise, sui carburanti vi è attualmente un sovrapprezzo di circa 32 centesimi, che si traduce, per una famiglia con una sola automobile che effettua 2 pieni al mese di circa 50 litri, in un aggravio di 384 euro annui in termini diretti.

Calcolando, poi, che in Italia i beni di largo consumo sono trasportati per oltre l’86% su gomma, i rincari dei carburanti fanno lievitare i prezzi, con ricadute di circa 218 euro annui a famiglia.

Tali aggravi stanno determinando conseguenze sempre più gravi sul potere di acquisto delle famiglie, sulle loro condizioni di vita e sulle loro abitudini di consumo, quindi sull’intero sistema economico.

Ecco perché è urgente intervenire in maniera più incisiva e determinata, attraverso controlli e sanzioni nei confronti di chi specula sul mercato interno e sui mercati internazionali, ma anche rendendo strutturale la riduzione delle accise, nonché definendo un tetto massimo ai prezzi presso i distributori.

È ora, inoltre, di ridefinire l’imposizione dell’IVA sui carburanti, applicando tale tassa solo sul costo netto e non più sull’importo comprensivo di accise, come avviene oggi, con l’applicazione di una vera e propria tassa sulla tassa.